martedì 27 dicembre 2016

I marpioni italiani in Polonia

Una confessione

Abbiamo parlato di argomenti di un certo spessore, dall'economia alla finanza, da come cercare un lavoro a come cucinare piatti polacchi. Col nostro blog siamo saliti nelle classifiche di Google, abbiamo scambiato link con multinazionali come bab.la, abbiamo avuto partnership con la Prolog (scuola di lingua e casa editrice di Cracovia). Insomma, visto che siamo arrivati fin qui, è proprio arrivato il momento di mandare tutto in... vacca!
Credo che ignorare l'ignoranza non sia giusto, per cui questa volta le daremo voce e dedicheremo questo articolo a tutti quegli italiani che in Polonia non vengono né per colmare un vuoto economico, né per colmare un vuoto culturale, ma per colmare altri vuoti esistenziali.
Nei miei anni trascorsi in terra polacca ho assistito - forse è più corretto "dovuto assistere" - ai più disparati tentativi di amici italiani di rimorchiare polacche. Non essendo single, ho sempre avuto il ruolo di osservatore, cosa anche divertente.


Eri esotico dieci anni fa

Molti italiani arrivano in Polonia pensando di aver il fascino latino, il fascino dello straniero, dell'esotico, si aspettano un tappeto rosso appena arrivati.
Se la vostra meta è un villaggio sperduto nella Masuria (Mazury in polacco) potrebbe anche essere vero, potreste essere il primo italiano che vedono - "oooh, un extraterreste!" - ma se vi dirigete verso Cracovia o Varsavia sappiate che ormai di italiani sono pieni.
Visto che molti dal Bel Paese si spostano addirittura per lavoro, non sarete considerati nemmeno ricchi, anzi, provenienti da un'economia in declino.
Se pensate invece di avere il fisico latino, ve lo auguro, ma sappiate che dovrete fare i conti con i brasiliani, ben più "esotici" di voi, oltre ad essere forse ben più discreti, voglio dire, non racconteranno tutto agli amici del bar il giorno dopo, se non la sera stessa.
In conclusione, vi auguro di "saperci fare", perché è forse l'unica arma che resta al povero esercito di Roma.


Un po' di capacità comunicative non guastano

Mi sono divertito spesso a vedere il classico italiano che arriva armato di magliettina griffata, scarpe luccicanti e bottiglia di gel nel taschino.
Solitamente questo tipo di italiano si stufa di prendere due di picche in discoteca e ti confessa in aeroporto di essere entrato al Night Club. Infatti, ogni tanto qualche campagnola riescono anche a convincerla a gesti, ma Cracovia è una città universitaria e le studentesse, che richiedono interazioni con un quoziente intellettivo minimo, richiedono un minimo di prerequisiti.
Tornando al momento cruciale, parliamo del momento catartico in cui inizia la "conversazione". L'inglese dell'italiano medio è ovviamente ridicolo, quindi sarà fatto di qualche frase masticata alla meglio. Il top è un mio amico che ho visto allontanarsi da una ragazza in discoteca e quando gli ho chiesto cosa c'era mi ha risposto "ho finito il vocabolario e non sapevo cosa dirle".
Vi sono poi gli italiani che si fermano in Polonia per diverso tempo e tentano qualche frase ad effetto in polacco. Solitamente parte un "ciao" appreso con ore di fatica: "cześć!". La classica rottura del ghiaccio. Dai, alzate la considerazione degli italiani ed imparate a dire "dobry wieczór" (si dice "dobre vieciur"), un bel "buona sera", che ai polacchi che si credono qual sembra suonare più raffinato ed elegante. Tanto, ad abbassare il tono della conversazione e a renderla simpatica ci sarà sempre la vostra pronuncia sicuramente goffa ma divertente, anche perché lo sforzo sarà sicuramente apprezzato.
Continuano in seguito le frasette d'emergenza del tipo "sono italiano: jestem włochem", "mi chiamo Marco: mam na imię Marco". Qualche disgraziato poi, per dimostrare la sua conoscenza della cultura polacca, salta poi fuori con la frase "Jesteś szalona", ovvero "sei pazzerella", titolo di una canzone polacca del genere "disco polo", ovvero canzonette demenziali. Anche qui, ormai fa ridere solo qualche contadinotta.



"Gli italiani sono come lupi"

Mi raccontava un collega polacco, dopo un viaggio nel Bel Paese, che trova insopportabile il modo in cui reagiscono gli italiani quando vedono passare sua moglie: fischi, complimenti, sguardi indiscreti etc.
Lui non mi sembra geloso come persona, credo sia più un fattore culturale: in Polonia "ululare" dietro a qualche ragazza è visto piuttosto male, sa molto da bestia affamata e non è certo considerato un modo divertente per rimorchiare. Spezzo però una lancia a favore degli italiani: è anche vero che il polacco medio al bar preferisce guardare la sua birra o la sua wodka che le ragazze che ha attorno. Da questo punto di vista, le attenzioni - forse meglio dire l'interesse - dell'italiano medio verso le polacche sembra pari a quello dei polacchi verso l'alcohool. Almeno su questo, alla fine, lo spirito latino non è ancora decaduto.

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